1 febbraio 2012

Lontano da Dio e dagli uomini (Few of Us)

Un elicottero sorvola un brullo paesaggio montuoso seminnevato con valli scure, corsi d'acqua, petraie scoscese, rare casupole. Una ragazza dagli occhi azzurri, forse discesa dall'elicottero. Interni di case con vecchi rugosi o uomini  dai tratti asiatici, che cantano al suono di una fisarmonica. Due maschi cercano di violentare la ragazza che estrae un coltello. Ancora l'elicottero nel cielo. Montagne. 100 minuti senza dialoghi, con parole dette o cantate in una lingua incomprensibile come rumori di fondo. Tolte le riprese in volo sull'elicottero, nell'avvio, cinepresa immobile che alterna campi lunghi con primi e primissimi piani. Soltanto 2 interventi musicali. Abolita ogni motivazione narrativa in un'atmosfera da incubo in una terra dimenticata, come fuori dal mondo. La colonna sonora (fruscii, rumori di vento, lamenti) guida il montaggio.  Come dice il titolo originale in inglese, pochi di noi spettatori sono in grado di accoglierlo.


LONTANO DA DIO E DA GLI UOMINI
(FEW OF US)


Regia, sceneggiatura e fotografia: Sharun Bartas 





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