27 agosto 2011

25 agosto 2011

Al Supermercato


Una telecamera di sicurezza riprende una scena divertente.


23 agosto 2011

LUCCA - CHIESA DI S.AGOSTINO - L'ENTRATA DELL'INFERNO


In questa chiesa si trova un'immagine particolarmente venerata dal nome di S.Maria del Sasso.
La Madonna ha un buco sulla spalla destra e sotto di essa è possibile osservare una strana botola... Tutto ciò viene spiegato da una serie di immagini che narrano di un particolare avvenimento.

Scene che narrano la vicenda
Pare infatti che un uomo abbia puntato una grossa somma di denaro al gioco invocando l'aiuto della Madonna, essendo considerata all'epoca particolarmente miracolosa. Ma l'uomo perse tutto e corse nella chiesa furibondo contro Maria Vergine, attribuendole tutta la colpa.

Questa è la Madonna con il buco sulla spalla
La rabbia lo portò a scaraventare un sasso contro il dipinto sfondandolo all'altezza della spalla. Ecco che sotto di lui si aprì un buco nel terreno dove l'uomo sprofondò all'inferno. La voragine fu definitivamente chiusa nel XVIII secolo con una botola e mai più aperta, proprio perchè nessuno ha il coraggio di aprire l'entrata per l'inferno!
Qualcuno ebbe l'idea di aprirla solo durante il periodo in cui il fiume Serchio avrebbe straripato, così da aiutare le povere anime dannate dell'inferno con un po' di acqua fresca!

Questa è la botola da cui si accederebbe all'inferno

22 agosto 2011

FIRENZE - SAN MINIATO AL MONTE (geometrie e numerologia)

La leggenda del santo senza testa


Si tratta di uno degli esempi di arte romanica più importanti a Firenze; la basilica domina la città, immersa nel verde delle colline e con l’adiacente palazzo trecentesco, residenza estiva dei vescovi fiorentini, costituisce un complesso di bellezza unica.
Le origini di questo tempio, che per molte analogie somiglia al Duomo di Siena, inizia nel 1013 sotto il vescovo Alibrando proseguendo sotto l’imperatore Enrico II.
La leggenda narra che San Miniato, probabilmente un mercante greco/siriaco in pellegrinaggio, arrivato a Firenze intorno al 250, iniziò la su vita ascetica e venne decapitato durante le persecuzioni dell’Imperatore Decio. Si narra che andandosene dal luogo della decapitazione con la testa in braccio, giunse fino al luogo dell’eremitaggio e dell’attuale basilica.
La geometria della basilica e la numerologia del 5
 



La basilica di San Miniato è densa di simbologia; l’intera struttura sembra essere stata costruita sul numero 5 che è strettamente legato al numero aureo, attraverso il pentagono ed il dodecaedro che da questo deriva. Nella simbologia dei numeri il 5 è il numero del sole ma anche il simbolo della quintessenza spirituale e dell’uomo radicato nello spirito.
Si tratta di un rapporto ultradivino che nell’antichità gli eruditi associavano alla sacralità; per fare un esempio, Platone definiva il numero aureo come quello con il quale Dio aveva plasmato il cosmo ed Euclide nel 300 a.C. descrisse il “phi” definendolo proporzione estrema e media. La simbologia cosmica che evidenzia San Miniato come una basilica costruita con arcani saperi la ritroviamo nella figura dello zodiaco pavimentale che pare di fattura coeva a quello di San Giovanni.

Una immagine del sole stilizzato e geometrico compare al centro della figura ed i segni delle costellazioni sono inseriti in un cerchio a sua volta inscritto in un quadrato. La figura del cerchio inscritto in un quadrato indica la congiunzione tra cielo e terra; difatti nella geometria sacra il cerchio si riteneva fosse collegato alla rappresentazione del cosmo mentre il quadrato risultava essere la rappresentazione simbolica della terra e dello spazio-tempo. L’insieme delle due figure rappresenta perciò la consapevolezza che il cielo e la terra siano strettamente legati ed interdipendenti e quindi quello che accade in cielo si ripercuote in terra e viceversa.

Fa notare però il Manetti nel suo “la lingua degli angeli” che “inscrivere il cerchio cosmico nel quadrato sembra indicare anche la volontà di ricondurre il simbolismo astronomico a quello della Gerusalemme Celeste dell’Apocalisse, la quale è quadrata ed è caratterizzata dal costante ripetersi del numero 12. Così le figure d’angolo suddividono i segni zodiacali in quattro settori di tre segni ciascuno, corrispondenti ai lati della città santa, in ognuno dei quali si aprono tre porte. La città è illuminata dalla luce del Verbo, di cui il sole al centro degli zodiaci è figura ed allegoria: la Sapienza creatrice ed ordinatrice dell’universo intero, il Signore del Tempo e dei moti che regolano e scandiscono l’esistenza”.
Perchè non c'è l'apostolo Luca?



Altro problema interessante di interpretazione lo abbiamo con il pulpito che ci ricorda molto quello della Pieve di Gropina. Oltre a tutti i simboli geometrici che fanno della basilica un centro di studi esoterici, anche il pulpito è coronamento di tutta la bellezza artistica racchiusa in questo mirabile monumento, dove l’arte diventa simbolismo e mistero.
Nel pulpito il leggio di marmo è sostenuto da una colonna nella quale si fondono tre figure: un’aquila con le ali sorregge il leggio e tiene le zampe cu un cespuglio che sembra nascere dal copricapo di un uomo; questi si trova con le mani conserte e gli occhi fissi davanti a sé appoggiando i piedi sul basamento della colonna e sulla testa di un leone, che volge lo sguardo verso la navata. Come dicevamo sopra la somiglianza con il pulpito della pieve di gropina  è evidente ed anche in questa la figura  del Toro, che insieme alle altre tre figure simboleggerebbero i quattro evangelisti che vengono raffigurati attorno al trono di Cristo, risulta mancante.
Sempre il Manetti ci fa notare come la spiegazione della mancanza della figura del Toro possa essere dovuta ad un fatto estremamente semplice ed è questa :”L’aquila è la signora del cielo come il leone lo è del mondo animale. L’unione delle loro nature regali dà origine al grifone, simbolo di Cristo……Ma il tramite tra i due mondi è l’uomo, che partecipa di entrambi……………La sua testa, cioè il suo intelletto, è saldamene ancorata all’aquila, nel cielo. Egli è dunque un microcosmo che riassume in sé l’intero macrocosmo”.

Questo concetto fu espresso dai neoplatonici e può essere riassunta in una celebre frase scritta da Pico della Mirandola : “ti ho collocato come centro del mondo perché da lì tu potessi meglio osservare tutto quanto è nel mondo. Non ti creammo ne celeste né terrestre, ne mortale né immortale, in modo tale che  tu, quasi volontario ed onorario scultore e modellatore di te stesso, possa forgiarti nella forma che preferirai. Potrai degenerare negli esseri inferiori, ossia negli animali bruti, o potrai, secondo la volontà del tuo animo, essere rigenerato negli esseri superiori, ossia nelle creature divine”. (Renzo Manetti – La lingua degli Angeli- Edizioni Polistampa)
Tutto il perimetro relativo alla zona del Presbiterio è simbolico e quindi il Cherubino del pulpito sarebbe posto a guardia del Sancta Sanctorum della Basilica.
La simbologia del pellicano
All’interno della basilica fanno loro presenza anche animali simbolici; alcuni stilizzati come il pellicano trova posto tra le varie figure geometiche che compongono lo  spazio sacro davanti al Presbiterio ma in posizione sopraelevata quasi all’altezza del tetto. Il Pellicano si presta ad un doppio significato simbolico, sia come immagina di Cristo  che si lascia crocifiggere e si dona per redimere l’umanità sia come immagine di Dio  che sacrifica suo figlio facendolo risorgere dalla morte. Il pellicano è un uccello che può essere identificato come pura immagine dello Spirito e Dante nel XXV canto del Paradiso dice a proposito del simbolico animale “ Questi è colui che giacque sopra’l petto del nostro Pellicano e Questi fue  di su la croce al grande officio eletto “.
Il Graal sulla facciata?



Altri elementi li possiamo osservare sulla bella facciata della Basilica come la presenza del “Vaso Sacro” forse un richiamo all’emblematica figura del Graal che ritroviamo nel Duomo di Siena; nei libri della cerca viene indicato come “tre tavole sorreggono il Graal”; sopra le tre tavole della facciata del Tempio non meraviglia dunque trovare il mistico Vaso che contiene la Parola, la Sapienza Creatrice ricercata dai cabalisti, matrice del cosmo e chiave di tutti i misteri.

Non può non stupire che in un tempio così altamente mistico faccia la sua presenza il mistico vaso che si trova al centro di un ottagono di cui il simbolismo è significativo trattandosi del concetto di rinascita e di passaggio tra cielo e terra evidenziandone il significato di veicolo che contiene il Verbo.
Tutti i simboli come tutte le figure geometriche che compongono il Tempio portano al raggiungimento di Cristo attraverso un percorso sapienziale e quindi interiore.
Un'iscrizione misteriosa
Una arcana e misteriosa iscrizione si trova tra lo zodiaco e l’ingresso che recita:” Hic valvis ante. Celesti numine dante;. Mccvii remetricus et iudex. Hoc fecit condere joseph,. Tinent de ergo rogo cristum, quod sempre vivat in ipsum,. Tempore mte”.

Che può essere tradotta nel seguente modo
“imprimendo la regola celeste davanti a queste valve, indicando le misure e controllandone la rispondenza, Giuseppe fece realizzare quest’opera. Dunque prego Cristo di prendervi per sempre dimora. In questo spazio sacro il tempo e la morte perdono il loro potere.1207”

San Giminiano