Il parco venne ideato nel 1550 dall’architetto napoletano Pirro Ligorio su commissione del Principe Pier Francesco Orsini detto Vicino, Signore di Bomarzo, uomo d’armi e letterato nonché dotato si singolare personalità.
Il luogo ove venne stabilito di costruire il Sacro Bosco era località etrusca ed in epoca tardo-romana si chiamò Pomartium e nei primi secoli del cristianesimo divenne persino sede vescovile.
Il Bosco di Bomarzo rappresentava per il nostro illuminato principe il ritorno ad una natura libera e fantastica quasi una reintegrazione dell’uomo nella natura che filosofi più tardi avrebbero espresso come loro principale punto filosofico alla fine del 1700 (Luois Calude de Saint Marin).
L’epoca in cui ci troviamo è quella del Manierismo, termine con cui si identifica quel periodo europeo cha va dalla fine del Rinascimento fino all’inizio del Barocco; Il Manierismo si caratterizza per una spaccatura dell’equilibrio armonico-classicista ed in generale per la crisi della cultura umanistica.
Un percorso iniziatico tra simbolismi e purificazioni
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Il giardino è articolato su basi diverse secondo una logica carica di significati simbolici che crea un percorso che va dall’alto verso il basso ma anche dal basso verso l’alto, tra mostri e sorprese lungo il cammino che atterriscono il visitatore. Questi non sa cosa l’attende e viene quindi immerso in un mondo fantastico, popolato di animali mitologici e giganteschi mostri che incutono timore e sorpresa.
Un percorso iniziatico tra simbolismi e purificazioni
Il giardino è articolato su basi diverse secondo una logica carica di significati simbolici che crea un percorso che va dall’alto verso il basso ma anche dal basso verso l’alto, tra mostri e sorprese lungo il cammino che atterriscono il visitatore. Questi non sa cosa l’attende e viene quindi immerso in un mondo fantastico, popolato di animali mitologici e giganteschi mostri che incutono timore e sorpresa.
Diverse sono le scritture che ammoniscono il viandante fin non appena varcato l’ingresso dove la prima di due sfingi pone il seguente quesito “Tu ch’entri qua pon mente parte a parte et dimmi poi se tante meraviglie sien fatte per inganno o pur per arte”, mentre la seconda sfinge contiene l’elogio di una delle meraviglie del mondo “colui che non si dirigerà verso questo luogo con gli occhi spalancati e le labbra serrate non ammirerà i sette famosi monumenti dell’universo”.
Dove finisce l’arte ed inizia l’inganno; tutto è una illusione noi creiamo con la nostra mente.
Nel proseguire possiamo incontrare un Gigante scolpito in un masso di peperino che spezza il corpo di una donna trovandoci poi di fronte ad un gruppo scultoreo composto da una Balena con sopra una Tartaruga il carapace della quale sorregge la statua di una donna alata; questo gruppo scultoreo rappresenta indubbiamente il passaggio di purificazione dove la donna alata è l’apice di questa trasformazione che porta all’immortalità
Andando oltre ci troveremo di fronte alla Casa Pendente che si trova al fianco di un piccolo teatro simbolo della dedizione di Giulia Farnese moglie di Vicino che la fece costruire quando il coniuge venne fatto prigioniero dall’esercito imperiale nelle Fiandre a titolo di felice risoluzione della grave situazione del coniuge che minacciava la rovina della sua famiglia.
Un piccolo ponte collega la Casetta, da cui generalmente si esce con forti capogiri dopo averla visitata, essendo costruita in modo che il visitatore ne esca sconvolto a causa delle forti energie del posto dovute anche alla grande presenza di acqua, ai Vasi, intorno ai quali fanno presenza il Drago assalito dai cani, l’Elefante da guerra, il Cavallo alato, il Gigante, lo Stregone, il Nettuno e l’inquietante Orco con la bocca spalancata che introduce in un antro munito di sedile e tavolo; la bocca od entrata dell’Orco si trova una scritta che dice “Lasciate ogni pensiero voi ch’entrate” volendo dire al viaggiatore che il pensiero crea e che per ritrovare se stesso deve liberarsi di tutte le scorie.
Proseguendo incontriamo le Pigne e le Ghiande di pietra, Orsi e Sirene dalla doppia coda a forma di sedili, fino ad arrivare al guardiano Cerbero che introduce il viaggiatore ad un tempietto ottagonale molto simile al Vestibolo di Piazza Pitti a Firenze ed attribuito all’Ammannati.
Percorrere questo simbolico giardino, ideato in una zona di accertati insediamenti arcaici è come immergersi in una miriade di immagini esoteriche, alcune scomparse a causa dell’abbandono e dal tempo e da significati nascosti che mirano tutti a stupire e scuotere dal torpore intellettuale ed emozionale.
Varie sono le epigrafi sparse nel Sacro Giardino come “voi che pel mondo gite errando, vaghi di vedere meraviglie alte e stupende venite qua, dove son faccie orrende, elefanti, leoni, orsi, orchi et draghi”.
A questo punto possiamo sostenere che il percorso si possa interpretare come il racconto di un itinerario iniziatico.
Il viaggiatore che aspiri al Suo perfezionamento, per questo un’iscrizione del Palazzo Orsini dice “nosce te ipsum, vince te ipsum, vive tibi ipsi, sic eris felix “deve essere in grado di poter superare con fede e tenacia forti prove e forti brame fino a giungere nel punto più alto dove troverà una superiore armonia.
2 commenti:
Mi piacerebbe molto visitare questo parco, la descrizione che ho letto lascia un pò di suspense e di curiosità, molto interessante. E tu l'hai visitato?
Purtroppo no, ma mi piacerebbe
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